Prendersi cura dell’udito

Una persona ipoacusica non è una persona sorda, questo non significa che si debba trascurare il problema fino a quando la perdita uditiva non abbia raggiunto una soglia critica.

L’ipoacusia determina una ridotta percezione sonora che può essere recuperata con l’ausilio di apparecchi acustici, la sordità -d’altro canto- indica l’impossibilità di percepire il suono. Basti pensare che in Italia una persona su dieci ha una ridotta capacità uditiva, che non interessa solamente persone anziane ma sempre di più giovani che manifestano cali d’udito a causa della forte esposizione sonora, prolungata e reiterata.

Sin dall’adolescenza, in maniera percettibile, inizia il nostro lentissimo calo uditivo, in maniera del tutto fisiologica. L’udito si indebolisce col passare degli anni, pur credendo di non avere alcuna perdita uditiva, suoni e rumori di tutti i giorni possono sembrare forti come solitamente li abbiamo sentiti ma soffermandosi un momento potremmo scoprire che certi suoni rimangono ben udibili mentre altri diventano più difficili da sentire.

Nei casi in cui la perdita uditiva progredisca lentamente, spesso la persona interessata è l’ultima ad accorgersene. Sono i familiari, gli amici o i colleghi a rendersi conto che devono ripetere spesso per farsi capire ed attirare l’attenzione della persona.

Prima che una leggera debolezza uditiva diventi un problema, sarebbe opportuno rivolgersi ai nostri esperti. Inoltre se la debolezza di udito è presente ed è percepita come un problema è saggio maturare l’idea dell’utilizzo di una protesi acustica per trarne vantaggio.

È essenziale ed è possibile verificare con cura e nelle ideali condizioni di misura il danno quantitativo e qualitativo della perdita grazie alla moderna strumentazione di Sonotecnica.

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